Storia ginnastica ritmica





GINNASTICA RITMICA

La ginnastica ritmica è uno sport tra la danza e la ginnastica artistica. Il ritmo è ovviamente la caratteristica principale di questa disciplina e su di esso è costruito ogni movimento. L’atleta, nelle sue esecuzioni, deve seguire e rispettare le leggi del ritmo, tutto il corpo deve partecipare al movimento per renderlo espressivo e personale. Un esercizio per essere armonico deve possedere continuità d’azione, alternanza di contrazioni e decontrazioni muscolari, variazioni di velocità e ritmo. Per poter praticare la ginnastica ritmica sono indispensabili buone doti di coordinazione, concentrazione e è inoltre importante essere flessibili per poter eseguire gli esercizi come spaccate, ponti e altro ancora e una buona potenza muscolare per eseguire gli esercizi come i salti che richiedono una grande forza; queste caratteristiche possono comunque essere migliorate con l’allenamento costante.
Attualmente, la ginnastica ritmica è uno sport esclusivamente femminile, comunque esiste un movimento per la creazione ufficiale di una ginnastica ritmica maschile. La ginnastica ritmica maschile è già popolare in Giappone, ed è stata sperimentata in diversi paesi tra i quali anche l’Italia, con esercizi di coppia maschio/femmina.

L’ESERCIZIO
L’esercizio può essere effettuato con uno dei cinque attrezzi della ginnastica ritmica (cerchio, palla, fune, clavette, nastro) oppure a corpo libero. Esso è costituito da una serie di movimenti coreografici e da difficoltà o elementi il cui valore è stabilito dal codice dei punteggi: più l’elemento sarà difficile, maggiore sarà il suo punteggio.Il punteggio totale è dato dalla somme di tutti gli elementi che la ginnasta esegue correttamente nella competizione. L’esercizio è costruito su un accompagnamento musicale libero, ma che non può essere cantato e non può durare più di un minuto e trenta. Esistono esercizi individuali, a coppie e a squadra, nei quali cinque ginnaste devono collaborare scambiandosi gli attrezzi almeno quattro volte e cercando di essere il più possibile sincronizzate (la durata dell’esercizio in questo caso è al massimo di due minuti e trenta). Il Codice di punteggio viene aggiornato alla fine di ogni quadriennio olimpico.

IL CAMPO DI GARA
Le ginnaste eseguono i loro esercizi su una pedana di moquettes delimitata alla misura di tredici metri per lato da una riga dalla quale la ginnasta non deve uscire. Spesso è presente anche un segno nel centro della pedana in modo che le ginnaste si possano rendere conto dello spazio, poiché l’esercizio deve occupare tutta la pedana.

LA GINNASTA
Le ginnaste solitamente sono snelle per poter essere agili ed aggraziate. Indossano dei body sgambati, o delle tutine che ricoprono anche le gambe, a maniche lunge o corte, ma comunque sempre molto attillati. I costumi di ritmica sono molto più vistosi di quelli dell’artistica, in quanto l’aspetto coreografico è molto importante in questo sport; perciò spesso sono abbelliti da lustrini, pailettes e brillantini. I capelli delle ginnaste sono raccolti in chignon o, per chi ha i capelli corti, in una codina, comunque in modo che non possano infastidire la ginnasta durante l’esercizio coprendo la visuale o incastrandosi negli attrezzi.Ai piedi si portano delle mezzepunte che coprono solo le dita e la prima parte del piede per poter girare più facilmente sulla pedana.

UN PO’ DI STORIA
All’arrivo del 19esimo secolo si vide la nascita di questa nuova forma di ginnastica, una disciplina che integra i movimenti del corpo con l’ espressione. La ginnastica ritmica è stata ispirata dall’idea di Noverare (1722-1810), Delsarte (1811-1871) e Bode (1881) che cercarono di usare e perfezionare i movimenti presi in prestito dalla danza. Il loro fine era di introdurre in ogni parte del corpo umano espressione estetica, grazia e ritmo. François Delsarte è considerato il fondatore di una delle prime scuole che col tempo sarebbero diventate la base per la ginnastica ritmica. Il francese Jacque Dalcrose sviluppò quest’idea più tardi e creò la ginnastica ritmica, con lo scopo di abbracciare pienamente sia la musicalità sia la sensazione di muoversi per esprimersi. Ad Isadora Duncan noi accreditiamo la famosa ribellione contro i dogmi del balletto classico e lo spostamento verso la creazione di una nuova disciplina che sarebbe diventata un miscuglio tra ARTE E SPORT. Come sport, la ginnastica ritmica cominciò a svilupparsi negli anni quaranta nell’allora Unione Sovietica. Fu proprio lì per la prima volta che lo spirito dello sport fu combinato con la sensibile arte del balletto classico. Dal 1956 gli esercizi di gruppo con attrezzi scomparirono dalle gare internazionali di federazione. In ogni modo, lo sviluppo prese luogo e la FIG riconobbe questa disciplina nel 1961, prima come ginnastica moderna, poi come ginnastica ritmico- sportiva e infine come ginnastica ritmica, com’è conosciuta ai giorni nostri. Il primo campionato mondiale per ginnaste individuali fu svolto a Budapest nel 1963.Le competizioni di squadra furono introdotte allo stesso livello nel 1967 a Copenhagen. La ginnastica ritmica divenne veramente una disciplina olimpionica a Los Angeles nel 1984 con una competizione “all Around” (comprendente tutti gli attrezzi). Comunque non fu una festa completa per il fatto che molte federazioni dell’est non parteciparono a causa del boicottaggio da parte dei Paesi del blocco sovietico.La canadese Lori Fung (FOTO) fu la prima ginnasta nella storia dello sport a conquistare una medaglia nella ginnastica ritmica. Nel 1996 ai giochi d’Atlanta, le squadre furono aggiunte al programma con una competizione “all around”. Ogni squadra (5 ginnaste) presentò 2 esercizi. Gli attrezzi furono così assegnati: il primo esercizio 5 cerchi e il secondo 3 palle 2 nastri.Le meravigliose ginnaste spagnole si aggiudicarono una storica vittoria, mentre E. Serebrianskaya (ucraina) conquistò il titolo olimpico individuale.

GLI ATTREZZI

La fune e' quella classica utilizzata anche dai bambini, ma alle estremita' non ci sono le manopole, bensi' dei nodi. La sua lunghezza varia in funzione dell'altezza dell'atleta e puo' essere in canapa o in cotone. L'atleta deve compiere gli esercizi tenendola sempre in azione senza farle prendere forme strane o subire afflosciamenti. Nella fune prevalgono i salti, che possono essere piccoli saltelli entrando nella fune o grandi salti che sottolineano la scioltezza di un’atleta. Importanti anche sono i movimenti di conduzione, come i giri rapidi intorno alle dita, delle circonduzioni che le permettono di assumere forme particolari, come la vela o la controvela, e dei lanci. La fune, tranne in casi particolari, deve essere maneggiata tenendo un nodo per mano, senza che esso ne esca (ad esempio prendendo la parte di fune sotto il nodo). Per questo attrezzo spesso si scelgono delle musiche molto ritmate che permettono di eseguire esercizi veloci e con tanti saltelli ritmati.

Il cerchio per la disciplina agonistica ha un diametro di 80-90 cm, un peso minimo di 300 g e puo' essere in legno o in plastica. Nell'uso di questo attrezzo l'atleta deve avere principalmente coordinazione e dinamismo, in quanto gli esercizi devono essere ben armonizzati e avere una continuita' naturale, senza interruzioni. Negli esercizi con questo attrezzo devono essre presenti vari tipi di difficoltà, cioè giri, equilibri, souplesse e salti. Il cerchio per l’attività agonistica è bianco, ma le ginnaste spesso lo rivestono con nastri colorati al fine di migliorarne l’aspetto coreografico.


Per l'attivita' agonistica la palla e' in gomma o plastica del peso di 400 grammi con un diametro di 18-20 cm. Nella palla le difficoltà principali sono le souplesse, cioè gli elementi corporei che si basano sulla scioltezza dell’atleta che deve cercare di eseguire posizioni di grande elasticità per ottenere un punteggio elevato. Un particolare della palla è che deve essere tenuta delicatamente, senza stringerla con le dita o appoggiarla sul polso, per tutta la durata dell’esercizio; se ciò non avviene, l’atleta viene penalizzata.

La clavetta è solitamente in plastica e ha la forma simile a quella di una bottiglia, ma con il collo molto sottile e con una sfera del diametro di 3 cm alla sua estremita' superiore. Per l'attivita' agonistica deve avere un peso minimo di 150 g. e la lunghezza compresa fra i 40 e i 50 cm. Nelle clavette prevalgono gli equilibri, che possono essere eseguiti in piedi sulla mezzapunta con una gamba alzata, oppure in ginocchio o in posizione accosciata. Le clavette richiedono una buona capacità di coordinazione e perciò sono l’attrezzo tra i più difficili. Le clavette sono l’unico attrezzo composto da due elementi, e ciò permette di realizzare lanci molto complessi e particolari.

Il nastro è costituito da una bacchetta di plastica alla quale è attaccato, tramite un gancio che gli permette di muoversi liberamente, un nastro di seta lungo 5 o 6 metri e largo circa sei cm. Le ginnaste spesso ricoprono la prima parte della bacchetta, cioè quella che tengono in mano, con del nastro adesivo di stoffa per facilitare il maneggio dell’attrezzo ed evitare che la bacchetta scivoli facilmente. Negli esercizi con il nastro sono molto importanti i giri, nel linguaggio tecnico chiamati pivots, che sono eseguiti sulla mezza punta con una gamba sollevata in varie posizioni. Il nastro è l’attrezzo più difficile perché durante tutto l’esercizio deve essere in movimento costante, senza subire afflosciamenti e senza che si creino nodi. Se ciò avviene, i giudici detraggono dal punteggio finale una penalità più o meno alta in base all’entità dell’errore. I principali maneggi con il nastro sono: la spirale, la serpentina e i lanci . Nella spirale l’atleta muove la bacchetta in modo che il nastro disegni dei cerchi, mentre nella serpentina la ginnasta deve muovere velocemente la bacchetta da destra verso sinistra o dall’alto verso il basso in modo che il nastro crei delle file parallele molto vicine. Entrambi i maneggi possono essere eseguiti mentre si fa un giro o un salto aumentandone il valore. I lanci sono di vario tipo: si può lanciare la bacchetta e poi riprenderla, ad esempio, con un salto, oppure lanciarla tenendo l’estremità del nastro che poi verrà tirata per richiamare la bacchetta. Le ginnaste spesso colorano il nastro per migliorarne l’aspetto coreografico.

I testi sono di proprietà di Beatrice Vivaldi.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.